Impariamo a conoscere il Siluro
Era il mese di ottobre del 2016, quando per la prima volta i media ticinesi parlarono dell’apparizione del “mostro” del Ceresio. In effetti, Stefano Coratelli in data 4 settembre, riuscì a realizzare un video che testimoniava la presenza del siluro nelle acque del Lago di Lugano.
Nel mese di giugno di quest’anno Tiziano Putelli, funzionario tecnico dell’Ufficio della caccia e della pesca, ha confermato che il “mostro” del Ceresio non è più stato avvistato né tantomeno catturato. In settembre si parla dell’invasione dei baby siluri. In questo caso a prendere la parola è René Gaberell, pescatore con reti sul lago Ceresio, che afferma di aver catturato con le reti diversi esemplari della lunghezza di circa 40-70 centimetri. Nell’ultimo anno si è parlato molto di questa specie che è quindi bene iniziare a conoscere.
Il pesce siluro (Silurus glanis in latino) è una specie eurasiatica che originariamente si è evoluta in Asia prima di ampliare ulteriormente la sua distribuzione ad ovest. La colonizzazione dei fiumi europei Danubio, Dnepr e Volga è passata attraverso il mar Caspio, il mar Nero, il lago d’Aral ed è stata facilitata dai livelli di salinità relativamente bassi lungo le aree costiere.
Figura 1: Areale di distribuzione di S. glanis. In rosso è segnato il suo areale originario di distribuzione, senza il riempimento invece è dove la specie è considerata invasiva. Fonte: IUCN red list, 02.10.2017
Il suo areale di distribuzione si estende quindi dalla Germania verso est fino alla Polonia, fino alla Svezia e alla Turchia meridionale, al nord dell’Iran e attraverso gli stati baltici in Russia (Figura 1). A causa della pesca intensiva, questa specie ha riscontrato una notevole diminuzione dei suoi effettivi nei suoi territori d’origine, al punto da esser classificato come protetto a livello europeo dalla Convenzione di Berna.
Al di fuori del suo areale originario, il siluro si è espanso – inizialmente per mano dell’uomo e in seguito anche grazie al reticolo idrico locale - in diverse nazioni europee, al punto da venir considerato una specie invasiva in grado di minacciare le popolazioni ittiche locali.
L’areale di distribuzione naturale del siluro in Svizzera comprende i bacini imbriferi dell’alto Reno, dell’Aare, dei laghi del Giura e del Lago di Costanza (All.1 OLFP con grado di protezione 4). Già Stefano Franscini nel 1827 citava il siluro nella “Statistica della Svizzera” , facendo riferimento alla presenza della specie nei laghi di Neuchâtel e Morat, con catture di notevoli dimensioni. Purtroppo, anche nel nostro territorio, il siluro si è espanso riuscendo a colonizzare il lago Lemano, il lago Maggiore ed infine anche il Ceresio.
L’aspetto di questo grosso pesce è alquanto singolare, i piccoli esemplari possono venir confusi con il pesce gatto (Ameiurus melas). I siluri possiedono una testa molto larga ed appiattita, con degli occhi molto piccoli ed il corpo che si assottiglia sempre di più verso la coda. La grande bocca è provvista di 6 barbigli: un paio molto lunghi sulla mascella e due paia sulla mandibola, che funzionano come organo sensoriale aiutando il pesce nella ricerca del cibo. Il siluro, a differenza del pesce gatto, non possiede una pinna adiposa e la sua pinna anale è molto più lunga. La livrea è chiara sul ventre e marmorizzata sul resto del corpo, non possiede scaglie ma è interamente ricoperto da muco. La respirazione può avvenire anche tramite la pelle, permettendogli così di sopportare periodi prolungati di carenza di ossigeno. Non vi è un vero e proprio dimorfismo sessuale nella specie, con maschi e femmine alquanto simili tra loro.
Il suo habitat ideale è costituito da grandi fiumi di pianura (zona dell’abramide secondo Huet): acque frequentemente torbide e moderatamente ossigenate, con velocità della corrente bassa e fondali fangosi, acque dolci e laghi con una vegetazione molto fitta. Riesce a sopportare temperature dell’acqua fino a 30°C.
Il siluro è un onnivoro opportunista: infatti non sembra effettuare una particolare selezione tra le sue prede, nutrendosi delle specie che sono più abbondanti nei luoghi in cui esso vive. [Spettro alimentare attestato per ordine di importanza: pesci, crostacei, piccoli uccelli e mammiferi, rifiuti ecc.] Il pesce persico (Perca fluviatilis) e il gardon (Rutilus rutilus), abbondanti nelle acque del Ceresio, potrebbero quindi rappresentare una parte significativa delle prede di questo opportunista. L’intensità dell’assunzione del cibo e il tasso del metabolismo sono strettamente correlati alle temperature dell’acqua. L’intensità di predazione cala con la diminuzione delle temperature in autunno, al punto da cessare completamente di alimentarsi quando le temperature dell’acqua sono inferiori ai 7-12 °C. In effetti, il siluro non si alimenta da novembre a marzo, svernando in buchi profondi tra le radici delle piante.
La riproduzione avviene generalmente in acque poco profonde, calde, senza corrente e con una fitta vegetazione. La frega avviene per la prima volta all’età di due-tre anni dove i siluri raggiungono complessivamente il peso di uno-due Kg e comincia prevalentemente tra aprile a giugno, quando la temperatura dell’acqua raggiunge i 20°C (al nord del suo areale di distribuzione anche in agosto). Nei luoghi idonei per la frega, i maschi difendono piccoli territori e costruiscono un nido con la vegetazione circostante. Durante l’atto riproduttivo il maschio si attorciglia alla femmina (danza nuziale). Le femmine producono dalle 25'000 alle 33'000 uova per Kg corporeo. Le uova si schiudono in due-tre giorni e le larve rimangono nel nido fino al completo riassorbimento del sacco vitellino (altri due-quattro giorni). Il maschio difende quindi le uova durante la loro incubazione e muove continuamente la sua coda per ventilarle, così facendo le uova sono sempre ben ossigenate. Questi nidi sono difesi e curati da questi ultimi fino all’emersione delle larve, poi quest’ultime sono lasciate al loro destino. La specie è caratterizzata da un elevato tasso di crescita, soprattutto nel primo anno di vita. I valori medi indicano una lunghezza totale di 20-30 cm al raggiungimento del primo anno, 40 cm dopo due anni e circa 100 cm dopo sei anni di vita, ma le cifre variano considerevolmente a seconda della temperatura dell’acqua e della disponibilità alimentare.
Le specie alloctone invasive sono una problematica di stretta attualità alle nostre latitudini, infatti il siluro non è l’unica specie ad essersi diffusa al di fuori del proprio areale di distribuzione nativo. I pescatori dilettanti alla ricerca di nuove prede o inconsciamente tramite l’uso di pesci da esca, gli acquariofili, l’industria culinaria e in passato persino gli uffici preposti sono da annoverare tra i principali responsabili dell’introduzione di specie estranee di pesci e gamberi alle nostre latitudini. Uno dei problemi principali, che tocca da vicino i pescatori, è quello dell’utilizzo di pesci da esca. A tal proposito, si ritiene che il gardon (Rutilus rutilus) ed alcuni altri ciprinidi, abbiano conquistato le acque a sud delle Alpi proprio per questo motivo. Le conseguenze dell’immissione di specie estranee sono spesso imprevedibili e possono essere devastanti per l’intero ecosistema. Il caso più eclatante alle nostre latitudini è il caso dell’alborella, specie ormai estinta che deve la sua regressione a molteplici cause, tra le quali la competizione diretta e indiretta con il gardon e la predazione operata dal lucioperca (Sander lucioperca), altra specie originaria del nord delle Alpi.
In conclusione, ad oggi sappiamo con certezza che il siluro ha lentamente iniziato a colonizzare le nostre acque. Al momento non è ancora stato avvistato nei fiumi di fondovalle, il che fa supporre che la morfologia fluviale profondamente diversa dai suoi luoghi d’origine e le temperature sensibilmente più basse gli impediscano di colonizzare anche questi ambienti. Dato che è impossibile estirpare una specie ittica una volta che ha cominciato a riprodursi in un lago, l’unico modo per poter tentare perlomeno di contenerla consiste in primo luogo nell’evitare ad ogni costo di trasportarla viva lontano dal luogo di cattura, in secondo luogo nel creare le premesse per valorizzarla in tavola. Dato che sarà pressoché impossibile debellarla dai nostri laghi, l’unica soluzione è imparare a conviverci.
Filetto di pesce siluro in manto di pancetta con schiacciata di patate e cavoletti di Bruxelles
Avvolti in un manto di pancetta e rosmarino, i filetti di siluro, pesce d'acqua dolce, si presentano con una schiacciata di patate e cavoletti di Bruxelles.
500 g di filetti di pesce siluro 8 fette di pancetta 8 rametti di rosmarino piccoli 1 cucchiaino di burro q.b. sale, pepe e farina per infarinare |
Tagliate i filetti in 8 parti uguali. Condite con sale e pepe e infarinate leggermente. Avvolgete ogni pezzo di pesce con una fetta di pancetta e infilate un rametto di rosmarino tra il pesce e la pancetta. Scaldate il burro e rosolate il pesce per 2-3 minuti da entrambi i lati. Servite il pesce siluro con la schiacciata di patate ai cavoletti di Bruxelles e, a piacere, aggiungete altro wasabi.
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Schiacciata di patate e cavoletti:
600g di patate farinose 300g di cavoletti di Bruxelles ½ cucchiaino di pasta wasabi 1 cucchiaio di burro 1 dl di latte q.b sale
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Per la schiacciata tagliate le patate a dadi di ca. 2 cm. Spuntate i cavoletti di Bruxelles e tagliateli in quattro. Lessate le patate in abbondante acqua salata. Unite i cavoletti e lessateli finché si ammorbidiscono. Scolate e lasciate sgocciolare. In una padella portate a ebollizione il wasabi con il burro e il latte. Aggiungete le verdure e schiacciatele grossolanamente con uno schiacciapatate. Condite con sale e tenete in caldo.
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Tabella 1: ricetta di Lina Projer
Fonti:
Copp, G. H., Robert Britton, J., Cucherousset, J., García-Berthou, E., Kirk, R., Peeler, E. and Stakėnas, S. (2009), Voracious invader or benign feline? A review of the environmental biology of European catfish Silurus glanis in its native and introduced ranges*. Fish and Fisheries, 10: 252–282. doi:10.1111/j.1467-2979.2008.00321.x
Kottelat, M. and J.Freyhof. (2007), Handbook of European freshwater fishes. Kottelat, Cornol, Switzerland and Freyhof, Berlin, Germany.
Ordinanza concernente la legge federale sulla pesca (OLFP) del 24 novembre 1993 (Stato 1° maggio 2017)